lunedì 30 aprile 2012

Stormy Monday #6


SON TUTTI GIOVANI E BELLI

In occasione della festa della Liberazione sono stati esposti – in diverse città italiane – cartelloni inneggianti ai combattenti della Repubblica di Salò. Su una bella foto in bianco e nero campeggiava un verso tratto da La locomotiva di Francesco Guccini, «gli eroi son tutti giovani e belli». L’autore della canzone, per la verità un po’ infastidito dall’avvenimento, ha evidenziato ciò che lo ha maggiormente stranito: il fatto che il verso – dotato, in origine, di una certa ironia – si fosse trasformato in un’affermazione proverbiale. Ma il problema è interessante, per chi si occupa di musica, perché succede assai spesso che un autore scriva un pezzo ma che poi esso segua strade inaspettate – e tante volte anche contrarie a quelle previste nelle iniziali intenzioni. Tuttavia, è proprio perché appartengono a una canzone che quelle parole, per quanto totalmente decontestualizzate, mantengono intatta la loro forza evocativa. Si può anche aggiungere che un brano è tanto più interessante quanto maggiore è la possibilità di interpretarlo in svariate maniere. Al punto che “pubblicitari” senza scrupoli possono pensare di usarne le liriche con finalità del tutto opposte a quelle del suo autore (e con un certo successo comunicativo). Con buona pace di Repubblica – che ha dato ampio rilievo alla notizia – e di Guccini.

Merito del potere multiforme di una canzone, di quella inimitabile abilità nel cambiare faccia mantenendo intatte le influenze sulla sfera emotiva, psichica, percettiva, intellettuale e culturale. Se poi si decide di usare la musica per scopi politici o, come succede in questi giorni, elettorali, la questione si fa ancora più delicata. Ne parliamo perché fra pochi giorni molti comuni pugliesi sceglieranno i propri amministratori, e si assiste a un fenomeno interessante: la musica diventa argomento di discussione nelle campagne elettorali. In fondo è più che normale, in tempi di PugliaSounds, che qualcuno usi la musica per costruirci sopra una carriera politica. E vivaddio, va benissimo. Meglio la musica che gli inceneritori! Peccato che poi succedono cose che fanno riflettere sulla necessità di riposizionare la musica (meglio: le musiche) all’interno del background culturale di una regione, del suo immaginario collettivo. Il caso del Livello UndiciOttavi è emblematico. Come già lo Stormy Monday #5 segnalava, lo spazio è stato chiuso perché impossibilitato – dall’Anas – a operare. Proprio la più attiva Casa della Musica, messa in piedi grazie all’impegno della Regione, dell’Unione dei Comuni del Nord Salento e di altre istituzioni cooperanti (che potevano pure pensarci un po’ prima, al problema della viabilità). La notizia è che in questo lunedì 30 aprile il Livello ha ricevuto una deroga, e può svolgere la prevista edizione primaverile del Rock’n’roll Party. È un’ottima notizia, peccato che la deroga, oltre a dimostrare la necessità di ripensare a un’idea collettiva di musica, riflette per sua natura una forma mentis politica che potremmo sintetizzare così: «dai, aiutiamo questi ragazzi che si sollazzano facendo musica, ché son tutti giovani e belli». Un principio che – come il cartellone di cui si parlava all’inizio – non ha bisogno di molti commenti. Sarebbe bello che i futuri amministratori riflettano su come fare per intervenire e cambiare questo immaginario collettivo.

«Son tutti giovani e belli», per fortuna, anche i protagonisti di questa passata settimana musicale, caratterizzata dalla pubblicazione di un discreto numero di dischi. Lunedì 23 allo Youm di Lecce (e martedì 24 a Poggiardo) è stato presentato il disco “Cuori e Confini”, dei Crifiu, un lavoro multicorale, frutto di scelte accurate e mature, operate da una band che possiede anche un live coeso e d’impatto. Il 24 è stata lanciata la fatica dei Sir Frankie Crisp dal titolo “Charming Sound”, pubblicata dalla Irma, una casa discografica che pone grande attenzione ai suoi prodotti, garanzia di una qualità riconosciuta a livello nazionale. Il gruppo lo ha annunciato al pubblico giovedì 26 allo Youm (in una settimana due eventi: niente male per un negozio di dischi!). Il 27 è uscito “Cabron” dei baresi U’Papun, attori e musicisti che si sono già distinti per il loro videoclip “L’appaparenza”, una critica sottile ma godibile al music business più becero, e che per questo album si avvalgono dell’ausilio di un ensemble d’archi. Il 28 Kurumuny Edizioni ci regala un’altra delle loro preziose raccolte, Corimondo-La Strina, suoni e canti di Corigliano d’Otranto, un’opera ricca e varia che fornisce un nuovo contributo alla ricostruzione della storia e del patrimonio locali.

Verrebbe poi da definire eroiche le produzioni originali di questa settimana. Ne segnaliamo due: “Tarantata. Festa di Primavera”, ai Cantieri Teatrali Koreja, il 25, e “Dracula”, il 26, al Teatro Italia di Gallipoli. Il primo è stato uno spettacolo in onore (e con la presenza) di Antonio Infantino, messo in piedi da una vera all stars di artisti attivi nel campo della musica popolare; il secondo è stato un musical a base di hip hop, breakdance e teatro danza. Il periodo tra la Liberazione e il Primo Maggio, a quanto pare, scatena la creatività di musicisti che in altre occasioni sono purtroppo costretti a seguire gli eventi. E in fondo si può definire un incontro tra all stars anche il concerto dei Soul Rebels, al Parco Gondar, il 24.

Da evidenziare inoltre un notevole giovedì tarantino, con il “Morricone’s Concert”, al Teatro Orfeo – serata in cui l’Orchestra Ico Magna Grecia ha interpretato brani originali legati al maestro italiano –, e con il sempre verde Gegè Telesforo, icona dello scat più brioso e protagonista di molte trasmissioni radiofoniche, in concerto al Per...Bacco Jazz Club.

Salutiamo infine, oggi che si celebra la giornata internazionale del Jazz, una nuova creatura sbocciata nel panorama sonoro salentino: J.As.S. (Jazzisti Associati Salentini), un gruppo di lavoro a cui auguriamo di acquisire grande forza, nella speranza che la connotazione geografica (come piace pensare a noi dell’Osservatorio) sia sempre sinonimo di qualità e mai di protezionismo.
Gianpaolo Chiriacò

venerdì 27 aprile 2012

LE DIECI FERMATE DI FILO-BLUES


Intervista a Luigi Bruno (Muffx)

Fondatore e leader dei Muffx, Luigi Bruno è il protagonista della filoblues-intervista di questa settimana. Attualmente è impegnato con l’Époque tour, ma contemporaneamente sta lavorando a un nuovo progetto, sotto la direzione artistica del trombettista e produttore Cesare Dell’Anna, con il quale reinterpreterà in chiave rock marce sinfoniche bandistiche.

1) Qual è il peccato peggiore per un musicista?
Omologarsi.

2) Che cosa ti fa ridere?
I santini dei candidati alle amministrazioni comunali.

3) Associa tre brani a tre stati d’animo.
“Mosquito song” dei Queens of the Stone Age: apatia;
“The Gravedigger’s Song” di Mark Lanegan: consapevolezza;
“L’Orient est rouge” della Kočani Orkestar: ebbrezza.

4) In che cosa credi?
Nelle coincidenze.

5) Chi è il musicista più significativo di sempre?
Mia nonna, suonava la fisarmonica.

6) Che cosa ti fa più paura?
Dover smettere di suonare non per mia volontà ma per cause indipendenti da me.

7) La musica svolge un ruolo sociale?
Indubbiamente sì.

8) Qual è il tuo ricordo musicale più vecchio?
Quando da piccolissimo riproducevo le canzoni delle pubblicità sul pianoforte di mia nonna.

9) Qual è il rumore che ti disturba di più?
Le canzoni di Sanremo (degli ultimi vent’anni).

10) Cosa non vorresti mai sentire alla radio o vedere in televisione?
Il 90% delle cose che passano sia in radio che in televisione.
Silvia Resta

martedì 24 aprile 2012

STORMY MONDAY #5


Le invasioni balcaniche: tradizione e nuovo proibizionismo.

La luce dell’Est investe prepotente il capoluogo, nella penultima settimana di un aprile segnato dal clima schizofrenico e altalenante, quasi come gli eventi e le vicende della città e della sua provincia.

Nevralgica come poche intorno, Lecce ha congedato tra gli applausi una variopinta cinque giorni di Festival del Cinema Europeo. La full immersion cinefila, in questa tredicesima edizione, è stata dedicata a Emir Kusturica, l’apolide rivelazione degli anni Novanta, narratore del realismo grottesco e della cultura zigana, con un pallino – quello della musica – trasmesso al figlio Stribor Kusturica. Già batterista della No Smoking Orchestra, l’erede designato si presenta in concerto presso le Officine Cantelmo, venerdì 20, in formazione con i Poisoners, eseguendo parte del repertorio sonoro proveniente dai film del padre (Il tempo dei Gitani, 1989, Maradona, 2008, Promise me This, 2010), per circa un’ora saltellante di ritmi in levare e codici balcanici che, abbandonate le fanfare di ottoni, occhieggiano con deliberata frequenza al funk.

Il popolo degli anni X, invece, ha migrato giovedì 19 nel Mondo Nuovo del Teatro degli Orrori, grande esempio di qualità tecnico-compositiva del rock indipendente italiano, costretto a un tiro di schioppo dal sospirato concerto a ricalcolare la rotta in direzione Officine Cantelmo, generando il panico nel pubblico che aveva acquistato il biglietto per assistere allo spettacolo presso il Livello Undiciottavi. Serata di previsioni disattese: l’illusione di poter dare vita al live dura solo venticinque minuti, sufficienti appena per indurre gli organizzatori al rimborso e il sinistro e pungente Capovilla a un (apprezzato) tuffo nella folla. Il resto è retorica legata al luogo, ancora una volta strutturalmente impreparato ad accogliere la musica dal vivo. Figli di stessa madre (La Tempesta dischi) in chiusura di settimana, domenica 22 ad Acquaviva delle Fonti, i Pan del Diavolo, duo siciliano portato alla ribalta dalla vittoria alle selezioni regionali Italia Wave 2008 e ora in tour con il primo vero album, “Piombo, polvere e carbone”. A contendergli la palma della migliore proposta indie del fine settimana i sintetici Drink to Me, ormai alla terza autoproduzione di successo, live al Circolo Arci Rubik di Guagnano. Salvata in extremis l’esibizione dell’orchestra funk Osaka Monouraii – venerdì 20 –, in scena all’Arci Guernica di Arnesano ma inizialmente prevista all’interno della rassegna “Chi vuole intendere, inTenda”, targata Undiciottavi Records, quest’anno imperniata su energie rinnovabili e sviluppo sostenibile e posizionata sulla direttrice Lecce-Tokyo.

Ma a guardare sotto la superficie si tratta di storie di ordinario ostruzionismo burocratico, tutto leccese: la settimana mette a segno infatti la momentanea sospensione delle attività culturali del Livello Undiciottavi-Casa della Musica, sito presso l’ex mercato dei fiori di Trepuzzi, da due anni modello di impiego costruttivo dei finanziamenti regionali per la creazione di Laboratori Urbani, nonché sede operativa dell’Undiciottavi Records del Maestro Cesare Dell’Anna, costretto a cancellare il cartellone dei prossimi eventi, dopo aver ospitato artisti rock (Caparezza, Marta Sui Tubi, Verdena, 24 Grana, Area e Goblin), reggae/dub (Africa Bambaata, Prince Jamo, Aba Shanti), balkan (Shantel) e jazz (Uri Caine, Girotto, Fresu, Rava). Secondo il comunicato stampa dei gestori, il luogo è stato giudicato dall’Anas “inaccessibile a causa della pericolosità della strada”, e per questo inutilizzabile. Resta la possibilità di sostenere la causa (http://www.firmiamo.it/livelloundiciottavi) e sperare nella salvaguardia di quegli spazi gestiti da chi, attraverso la musica, compie operazioni di contaminazione, emancipazione culturale e sviluppo del territorio.

Menzione a margine per la presentazione – venerdì 20, presso la libreria Feltrinelli – della Storia del Jazz di Stefano Zenni (Stampa Alternativa-Nuovi Equilibri, 2012), vicepresidente del Center for Black Music Research/Europe (dislocazione europea dell’istituto di ricerca con sede a Chicago, convenzionato con l’Università del Salento): una capillare ricostruzione storiografica, un tentativo di riordino di eventi e movimenti intercontinentali che hanno ingenerato composizioni e improvvisazioni storiche, e che ancora oggi illuminano le migliori produzioni musicali.

Seppur tra pagine da dimenticare, una settimana densa di appuntamenti, preludio invitante alla reale invasione balcanica estiva. Come a dire, iniziate ad abituarvi.
Elisa Giacovelli

venerdì 20 aprile 2012

LE DIECI FERMATE DI FILO-BLUES


Intervista agli Zen Circus

Le dieci fermate di filo-blues, nelle teste di Appino (chitarra e voce) e Ufo (basso) dei nazional-popolari Zen Circus, si sono trasformate in un dialogo surreale fra gli Zen e il loro doppio.

1) Qual è il peggior peccato per un musicista?
Ufo: Che domanda ganza...
Appino: La supponenza.
U: Però quello è talmente diffuso che potrebbe esser considerato veniale. Il peggior peccato per me è il non concedersi, uno che si rifiuta di esibirsi.
A: La tua amica Mina.
U: Io Mina la odio, per esempio!
A: E allora il nostro carissimo amico Nick Drake?
U: Ma che c’entra? Lui stava male proprio. No, il non concedersi senza dubbio.
A: Secondo me anche il timore reverenziale nei confronti di un artista.
2) Che cosa vi fa ridere?
U: A me fa ridere Appino.
A: A me fa ridere più o meno tutto, mi fa ridere anche l’essere umano. Mi fanno ridere anche le tragedie.
Ufo: Siamo delle gran brutte persone che si mettono a ridere anche della disgrazie altrui. Non c’è una cosa in particolare che ci fa ridere.
3) Associate tre brani a tre stati d’animo.
A: Felicità: “Ragoo” dei Kings of Leon; catastrofe o comunque disagio: Lhasa de Sela “Con toda palabra”; viaggio: Paolo Conte “Gelato al limon”.
U: Se sono sul gradino fuori di casa, guardando il tramonto potrei ascoltare “Come on in My Kitchen” di Robert Johnson; preso bene, un 45giri a scelta tra il ’65 e il ’67; e il terzo, quando ti viene voglia di essere arrogante, immancabilmente i Sex Pistols: trent’anni dopo quel disco fa ancora venir voglia alla gente di spaccar tutto, deve esserci qualcosa nelle frequenze.
4) In che cosa credete?
A: Crediamo nelle persone, quando suoniamo ai concerti ci commuoviamo seriamente.
U: Nelle persone e nella natura. Lo diceva già Lucrezio «de rerum natura, nutrimentum spiritus». In Dio no, non si può e non ci si deve credere.
A: Il bello di Dio è che è una cosa problematica, è la risposta a tutta una serie di domande che mi faccio anch’io, che ci facciamo tutti. Così come mi dicono che io non posso liquidare la questione religiosa con un semplice «Dio non esiste», non puoi nemmeno rispondere a tutte le domande sull’esistenza con il fatto che ci sia Dio. Io non faccio finta di aver capito tutto, e me le faccio ugualmente queste domande. Semplicemente, non voglio credere alle favole.
5) Qual è il musicista più significativo di sempre?
A: Questa è dura. Per me, Black Francis dei Pixies, per il mio mondo, però non è certo l’uomo più importante della storia della musica.
U: Lo spartiacque della musica moderna è nel ’36 con Robert Johnson, perché ha anche influenzato tanti musicisti, tanti chitarristi.
A: Comunque questa è cattiva.
6) Che cosa vi fa paura?
A: A me fa paura la morte. Non essendo religioso, mi scazza sapere che un giorno finiremo. Va beh, avevo paura anche del dentista, poi quando vai sotto e togli il dente passa la paura, sarà la stessa cosa?
U: A me fa paura la gente che è nazista ed è convinta proprio.
A: Ecco, a me fa ridere invece.
U: Mi fa paura pensare come si possa arrivare a essere così cattivi, l’aberrazione del pensiero. Avvengono queste cose che non sono in sintonia con i tempi. O forse lo sono, il che mi fa ancora più paura. Ecco, ho paura del futuro, non della mia morte.
7) La musica svolge un ruolo sociale?
A: E porca puttana!
U: La musica è espressione sociale. Non è che svolge un ruolo sociale, è un attore sociale.
A: La musica crea un immaginario che influenza le persone, ed è per questo che la devi condividere.
U: Ed è per questo che le esibizioni non le puoi centellinare, vai contro te stesso.
A: O contro lo spirito della musica.
8) Qual è il vostro ricordo musicale più vecchio?
A: A me vien da piangere se ripenso al primo disco di Lucio Dalla. Ma pare che il primo ricordo musicale sia un concerto dei Rolling Stones nell’82. Avevo tre anni quindi non mi ricordo bene, però devo essermi divertito.
U: No, che eri conscio.
A: Che ero conscio... quando misi su Lucio Dalla, e “L’ape Maia”. Prima Lucio Dalla e poi “L’ape Maia”. Su vinile, mi ricordo ancora, dissi: «che figata!».
U: Io invece mi ricordo che ero molto quieto e stavo ore ad ascoltare un disco di Natalino Otto. I miei nonni erano proprio contenti di questo bimbo qui: lo lasciavi al giradischi e ci stava lì tutto il giorno.
9) Qual è il rumore che vi dà più fastidio?
U: Io che sono un noto filantropo sono indeciso fra i bambini e le porte che sbattono.
A: Io penso che nella vita si cambi talmente tanto che i gabbiani diventano il tuo rumore preferito quando arrivi in una città di mare, e dopo due anni speri che scoppino tutti.
U: Ma non possono competere con gli strilli dei bambini, perché gli strilli dei bambini sono molto più acuti!
A: Anche quello delle fabbriche però, da dentro. Avendoci lavorato, è un rumore veramente infernale.
U: Ora che mi ci fai pensare, ho anche lavorato due mesi in una segheria, che in effetti...
A: E racconta anche di quando hai lavorato in quell’altro posto dove ti passavano RDS obbligatoria.
U: Terribili quelle situazioni in cui non puoi scegliere cosa ascoltare.
10) Cosa non vorreste mai sentire in radio o vedere in televisione?
All’unisono: No, la televisione non si pone il problema, non la guardiamo.
A: Io odio le radio commerciali italiane, quelle veramente bieche, quella finta simpatia. Piuttosto starei tutto il giorno a sentire i gabbiani. Le migliori radio sono le radio universitarie, le persone che fanno cultura in Italia sono le associazioni. Sui mezzi di informazione sono quasi sovietico: non devono essere commerciali. Piuttosto un gruppo deve stare sul mercato, ma i mezzi di informazione no.
U: Le grandi radio sono terrificanti, servono giusto per stare in sottofondo al supermercato o al distributore di benzina.
Gianmarco Bellavista
Elisa Giacovelli

lunedì 16 aprile 2012

STORMY MONDAY #4


MOLTEPLICI “DIREZIONI”

Reduce dalle festività pasquali e proiettato alle imminenti amministrative, il salentino medio – negli occhi centinaia di manifesti elettorali e nel naso l’odore di una pioggia primaverile poco apprezzata – ha avuto modo di regalare alle sue orecchie, nella settimana d’aprile appena trascorsa, variegati momenti musicali degni di nota.
Tratto da “Époque”, ultimo album della band salentina Muffx, presentato ufficialmente lo scorso 10 aprile, “Il mercante di croci” sembra essere un brano adatto al periodo pre-elezioni: titolo ambiguo e testo tagliente, dedicato a tutti i venditori di voti (croci, sulle schede elettorali).

Di più ampio “Respiro” è invece l’ultimo album del cantautore Joe Barbieri, registrato con l’apporto essenziale di musicisti come Stefano Bollani al piano e Fabrizio Bosso alla tromba, che in questi giorni ha regalato alla Puglia, toccandone il capoluogo lo scorso sabato con il suo tour, sonorità raffinate e intriganti.
Simile, ma con un tocco di fascino tutto femminile, l’atmosfera respirata nella stessa provincia durante l’esibizione di Nina Zilli. La cantante porta, a Modugno, il tour dal titolo “L’amore è femmina”, inserendo in scaletta tutti i brani tratti dall’omonimo album, tra cui “Per sempre”, con la quale è arrivata in finale tra i big al Festival di Sanremo 2012. In scaletta non mancano i brani del suo esordio “Sempre lontano”, come “L’uomo che amava le donne”, vincitore del Premio della Critica Mia Martini.
Ad accompagnare invece la serata salentina di sabato ci hanno pensato due giovani cantautrici nostrane: Erica Mou, che approdata a Lecce con la grazia e la grinta dei suoi vent’anni, ha presentato il suo album d’esordio “È”; e Carolina Bubbico, che in contemporanea – a Galatone – si è distinta per capacità vocali e arrangiamenti ricercati, alternando composizioni originali e brani che spaziano dal jazz al pop e alla world music, offrendo al pubblico una serata piacevole ed interessante.
“Sconcerto” invece al Teatro Politeama Greco di Lecce. In cartellone per la Stagione Sinfonica di Primavera della Fondazione Ico Tito Schipa, Toni Servillo veste eccezionalmente i panni del direttore d’orchestra, portando in scena i testi di Franco Marcoaldi e la musica di Giorgio Battistelli: un sapiente mix di parole e suoni. Nelle pieghe spettacolo, del quale è anche regista, ritrova tra gli strumentisti dell’orchestra il fratello Peppe, cantante e fondatore degli Avion Travel. Servillo è un direttore che però non dirige: gli strumentisti suonano in realtà per conto proprio; chi dovrebbe condurli è preso dall’angosciante desiderio di provare a mettere ordine nella propria testa. Un flusso verbale continuo dà voce a una perdita di senso e direzione. «Quella del direttore d’orchestra – ha raccontato Servillo – è una figura carismatica, il supremo organizzatore di un ordine musicale. Affidare a lui il peso del nostro disorientamento è un modo per lanciare un grido d’allarme a un Paese sotto narcosi, che accetta e sopporta di tutto».

Completamente di tutt’altro genere l’esibizione di sabato a Squinzano: sul palco i Colle der Fomento, band dal forte impatto nel mondo dell’hip hop italiano più underground. Con strumentali semplici ma efficaci, beat cadenzati e trascinanti, rime schematiche ma ugualmente d’effetto, travolgono il pubblico, regalando una serata piena di energia.
Non poteva poi di certo mancare una serata all’insegna della tradizione, che allo stesso tempo guarda al di là delle coste adriatiche e del tempo. Venerdì scorso a Galatina, al Covo della Taranta, a esibirsi è stato il duo composto da Claudio Prima (organetto, voce e loops) e Ovidio Venturoso (cajon). Il duo ha proposto un repertorio originale di brani inediti ispirati alle culture mediterranee, puntando l’attenzione alle nuove contaminazioni fra diverse tradizioni e all’improvvisazione di matrice jazzistica, grazie all’uso virtuosistico degli strumenti popolari utilizzati.

Come a mancare non poteva essere la musica da banda. Con Bande a Sud, festival organizzato a Trepuzzi, si è cercato di promuovere la cultura musicale del territorio attraverso un percorso mirato alla valorizzazione dell’universo bandistico: il multiforme e indispensabile complesso musicale di origine militare, diventato tradizione popolare, che nel corso del tempo ha scandito le occasioni di culto, di convivialità, di festa, di rito civile e religioso, privato e comunitario dei nostri paesi, portando la musica colta per le strade e per le piazze.
Silvia Resta

venerdì 13 aprile 2012

LE DIECI FERMATE DI FILO-BLUES

Intervista a Erica Mou

Frizzante, ironica e decisa, sul nostro filoblues sale Erica Mou, giovane promessa della canzone d’autore italiana, insignita di importanti premi musicali e oggi lanciata sul trampolino del successo dal suo singolo sanremese “Nella vasca da bagno del tempo”.

1) Qual è il peccato peggiore per un musicista?
Mentire.

2) Che cosa ti fa ridere?
Il mio amico Valerio, che suona “La cucaracha” alla chitarra.

3) Associa tre brani a tre stati d'animo.
A "Saturday Sun" di Nick Drake associo la malinconia. Per "Passaggio a livello" di Jannacci parlerei di gioia mista a semplicità, mentre "Enjoy the Silence" dei Depeche Mode scatena dentro di me un’irrefrenabile voglia di muovermi e cantare, ma forse non è proprio uno stato d'animo!

4) In che cosa credi?
Nelle persone.

5) Chi è il musicista più significativo di sempre?
Lo spazzacamino di Mary Poppins.

6) Che cosa ti fa più paura?
La guerra e il pensiero di poter essere del tutto soddisfatta.

7) La musica svolge un ruolo sociale?
Sì.

8) Qual è il tuo ricordo musicale più vecchio?
Mio padre che mi fa il bagno e canta Gaber: "Schiumaaaa, morbida soffice bianca lieve lieve sembra panna sembra neveeee", e io rido tanto.

9) Qual è il rumore che ti disturba di più?
Due televisori, due radio, due siti internet con musica, accesi insieme.

10) Cosa non vorresti mai sentire alla radio o vedere in televisione?
Non vorrei mai vedere mia madre che partecipa a Uomini e Donne.

Grazia Pia Licheri

martedì 10 aprile 2012

Stormy Monday #3

CELEBRAZIONI (NON) CONVENZIONALI

I festeggiamenti laici per la settimana Santa nel Salento si sono aperti con il concerto di domenica primo aprile a Ruffano della giovane Maria Antonietta, cantautrice pesarese dal passato tormentato (che racconta senza giri di parole nell'album omonimo, uscito a gennaio), affascinata dall'iconografia cristiana e da poco convertitasi a un percorso spirituale cristiano-cattolico. Benone, a una settimana dalla Pasqua.
Nella scia delle giovani cantautrici emergenti anche il concerto della salentina Lucia Manca, alle Officine Cantelmo, di martedì 3 aprile, lo stesso giorno in cui i napoletani Gentlemen's Agreement hanno proposto il loro interessante mix di pop, country e ritmi sudamericani al Sudestudio di Guagnano.
Le celebrazioni sono poi continuate mercoledì 4 con il live di Cico degli Aretuska al Corto Maltese di Lecce, che ha inaugurato le Jam Sessions di Manu Funk, e con il viaggio musicale proposto da Raiz e Fausto Mesolella, storico chitarrista degli Avion Travel, a Taranto, con la rilettura di brani amati dai due musicisti (dai Led Zeppelin a Battisti, passando per Amy Winehouse e Patty Pravo). Curiosa esplorazione anche quella del libro multimediale “Suoni traditi” (scaricabile dal sito lecce360.com) a cura di Sara Dell'anna, in cui Maria Mazzotta e Redi Hasa tracciano un itinerario di suoni e parole, nel segno della reinterpretazione delle musiche tradizionali e popolari.
Nel fine settimana pasquale i riflettori dei palcoscenici hanno illuminato prima l'indie-rock dei Redroomdreamers, in concerto a Guagnano, e poi la performance di jazz sperimentale (a Copertino venerdì 6, e ad Acquarica del Capo il 7) della cantante belga Lynn Cassiers e del contabbassista, sardo ma da tempo attivo in Nord Europa, Manolo Cabras, con la collaborazione della pittrice e video-artist Carla Ignoto, per un'esibizione nel suo insieme affascinante e suggestiva.
Il sabato santo è cominciato con la riapertura delle jam sessions in giardino al casello di Sum, nell'ambito del progetto enSUMble ed è proseguito all'insegna dell'hip-hop, con il concerto del rapper Aban alle Officine Cantelmo e di dj Tayone all'Istanbul Cafè di Squinzano. Il compito di risollevare le sorti del pop-rock è spettato unicamente ai Metropolitans, gruppo di spicco della giovane etichetta leccese La Rivolta, in concerto ad Arnesano, dal momento che Giorgio Tuma ha repentinamente annullato la sua esibizione, prevista dopo il gruppo leccese. Ma la vigilia pasquale è stata segnata soprattutto dai 99 Posse, i profeti di quel Vecchio Testamento fatto di centri sociali e anni Novanta, che dopo quasi dieci anni di inattività hanno portato anche nel tacco d'Italia il loro ultimo lavoro, “Cattivi guaglioni”, in un concerto energico e ricco di passione, al Livello 11/8 di Trepuzzi. Al Nuovo Testamento musicale e danzereccio si sono dedicati i Motel Connection (privi di Samuel, assente giustificato), che hanno animato con il loro dj-set il Palarock di Aradeo la notte di Pasqua.

Pasqua, per l'appunto. Sono state le celebrazioni religiose a farla da padrone durante la settimana, anche sul piano musicale, e non poteva essere altrimenti. Il coro Cum Jubilo, diretto da Patrizia Durante, che a Casarano ha proposto “Vexilla regis – Musica Sacra nel Medioevo”; l'inaugurazione della stagione sinfonica di primavera, quest'anno dedicata a Claude Debussy, al Teatro Politeama Greco di Lecce, con il concerto dell'orchestra sinfonica della provincia di Bari, in cui sono stati proposti anche brani dedicati alla settimana santa; la “Via crucis” di Franz Liszt al Teatro Comunale di Novoli, sotto la direzione del maestro Giuseppe Primiceri e altre decine di rappresentazioni sacre e canti di passione sparsi lungo tutta la penisola pugliese, da Conversano a Taranto, da Bari fino alla Grecìa.
Ma l'evento religioso più significativo e al tempo stesso meno convenzionale, e meravigliosamente trasversale, è stato il concerto degli Zen Circus alle Officine Cantelmo, di Lecce giovedì 5 aprile. La musica di Appino, Ufo e Karim QQRU, buskers pisani, che a un orecchio pigro e poco attento potrebbe sembrare irriverente e provocatoria, rivela in realtà un rapporto complesso e problematico con la religione, proprio di chi non accetta i dogmi come verità assolute. Il concerto (le cui uniche pecche sono state la durata ridotta, forse dovuta alla stanchezza, e all'acustica non eccellente) ha messo in luce la capacità dei tre di entrare in sintonia con il pubblico: uno show che si è trasformato in inclassificabile spettacolo di strada, galvanizzante e divertente. Durante l'ora e mezza di musica e siparietti, il trio ha snocciolato il nutrito Vangelo secondo Appino, senza pose da rockstar, anzi scendendo letteralmente a suonare insieme al pubblico, a celebrare l'antico rito dello stare insieme e del sentirsi vivi: siamo tutti nati per subire, corpi ignudi, sgraziati e armoniosi, perdenti per sempre, perfetti per oggi.


Gianmarco Bellavista
Nadia Vecchio

lunedì 2 aprile 2012

Stormy Monday #2

Un calderone di generi ha riempito il territorio nostrano la scorsa settimana. Sarà la primavera con le sue plurime sfumature. Ce n’è per chiunque, dal pischello adolescente al ritenuto uomo in frac. Sono incluse le contraddizioni, tra connotazioni musicali ed eventi supportati, ma è il melting-pot contemporaneo. Sarebbe bello vedere questo mischiarsi di gusti anche nell’ambito sociale: più frikkettoni all’Opera (certo sarà difficile se continuerà a costarci venticinque euri) e i prudenti ingessati austeri produrre adrenalina ad un raduno rock.
            Big Mama accompagnano la SS Annunziata; Diaframma con Niente di serio; Luigi Bubbico e Patty Lomuscio; Sauro Berti, Piero Vincenti e Marsida Koni per due giorni di masterclass per clarinetto e concerto serale; “Le Jam del Birdland” dedicano una serata a Miles Davis; Les Troublamours; Franco Chirivì, Michele Colaci e Alessandro Semprevivo suonano standard jazz; My Secret Window, trio da pochissimo approdato al primo album Law/Cut; Onemic trio ed Ensi; La Traviata opera in tre atti di Giuseppe Verdi; Dinamo Rock; Raffaele Vasquez; Asteria, Melegari e Stefanizzo e la Bottega del teatro intonano le “Calimere”, canti religiosi in lingua grica; Sukie Smith (o Madam) cantautrice inglese; Rezophonic; VeryShortShorts trio; Balkan Trip; Free Born; Soleluna; Animo; Miope; Terron Fabio; General Levy; Silvia Lodi e Irene Scardia per teatro musicale; Calibro 35 con il nuovo album Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale; Zina; Stabat Mater composizione sacra di Giovanni Battista Pergolesi; Boom Boom Vibration; Lev Tabacki sul palco per la rassegna “Museo in Jazz”; Ennio e Sofia Brunetta; Rachele Andrioli e Rocco Nigro spaziano nella world; Crickets; Maria Antonietta nella rassegna “Note di Vino”; Dionisia Cassano e Giovanni Arbace; Fratelli Zuccaro;  Noise; 4xZero; Passiùna tu Cristu laude rituale popolare della Passione in griko; Bundamove; Holidays con il nuovo album Young Love; “Lu Lazzarenu” festival di canti alla stisa; Enrico Gatti e Guido Morini per Astrolabio musicale ovvero il cammino del Sole; Ard Trio.
            Si sono inoltre aperte le strade a chiunque voglia dar sfogo alla sua passione musicale e davanti a un pubblico, grazie a tre differenti iniziative: a Ugento l’associazione di Promozione Sociale, “Mauro Carratta”, propone l’omonimo premio, con l’ottava edizione del Festival della canzone d’autore Made in Salento; al Black Betty continua la selezione di band emergenti, nell’ambito del B Live Music Fest; ed il Comune di Squinzano, Campi Salentina e Trepuzzi ha dato il via, ieri 1 aprile, alle attività del Monastero S. Elia Arte & Musica, un nuovo spazio sociale volto all’espressività dei giovani salentini, dove per la serata inaugurale si sono esibiti il Mauro Tre Jazz Trio e Pantu con un dj set.
            Nel frattempo tutt’intorno si produce, si promuove e si discute:
gli Opa Cupa preannunciano il nuovo album, con un video dedicato ad Amy Winehouse; Puglia Sounds è volata al Babel Med di Marsiglia (Francia) dal 29 al 31 marzo, dove è stata presente con uno stand ed il contributo di artisti locali alla conferenza “Music world trade fairs as priviledged spaces for the creation and export of music”; incontro e concerto con Eugenio Bennato, soggetto è “Per una vera unità, le verità calpestate, la forza della Taranta e la saggezza popolare”; l’Università del Salento ha organizzato nel complesso degli Olivetani il convegno “Magia, tarantismo e vampirismo: un incontro interdisciplinare” all’incrocio delle antiche pratiche magiche nostrane e balcaniche.
            ...e si fanno anche delle belle scelte...
...infatti è di mercoledì pomeriggio la nota ufficiale della Fondazione “La Notte della Taranta”, che vede coinvolto il compositore bosniaco Goran Bregovic come prossimo maestro concertatore per l’edizione 2012: musicista già molto pratico con le musiche tradizionali della sua terra, che, avendo un’estetica e un contatto con l’espressione popolare già alle radici, potrebbe intraprendere un buon dialogo con la musica nostrana. Così come fa piacere anche la notizia che vede la casa produttrice leccese Dodicilune comparire al terzo posto nella classifica relativa all’anno 2011 (ed appena pubblicata) stilata dalla rivista Jazzit fra le migliori etichette discografiche italiane; due suoi dischi fra i primi cento, tra cui uno della cantante pugliese Lisa Manosperti; e Gabriele Rampino, fondatore dell’etichetta e compositore, al quinto posto come miglior produttore italiano.

Andrea Morrone