venerdì 4 maggio 2012

LE DIECI FERMATE DI FILO-BLUES


Intervista a Marco Ancona (Fonokit)

In questa Puglia di fermenti musicali, tra i nomi più noti della scena underground spicca quello del cantante-chitarrista leccese Marco Ancona. Dopo aver contribuito al progetto “Il paese è reale” di Manuel Agnelli, ha trasformato i precedenti Bludinvidia in Fonokit. La nuova band – insieme a lui, Paolo Provenzano e Ruggero Gallo – si conferma tra le punte di diamante nella scena salentina della musica indie-rock.

1) Qual è il peccato peggiore per un musicista?
Non avvertire la necessità di avere un proprio linguaggio.

2) Che cosa ti fa ridere?
Mi fanno ridere diverse tipologie di cose... per mantenermi sul leggero ti direi l’umorismo da commedia italiana di buon livello.

3) Associa tre brani a tre stati d’animo.
Mi risulta difficile rispondere a questa domanda, semplicemente perché le canzoni che di solito preferisco sono quelle che riescono a comunicarmi qualcosa dando vita a scenari interiori un po’ più complessi piuttosto che a stati d’animo più decisi e univoci.

4) In che cosa credi?
Nella comprensione tra le persone.

5) Chi è il musicista più significativo di sempre?
Per me John Lennon, ma ovviamente non ce n’è uno solo in senso universale.

6) Che cosa ti fa più paura?
Il cervello umano nella sua più sinistra imprevedibilità, probabilmente.

7) La musica svolge un ruolo sociale?
Secondo me in un certo senso sempre, anche quando non sembra. Sia in senso positivo che in senso negativo.

8) Qual è il tuo ricordo musicale più vecchio?
L’ascolto attento dei primi vinili quando avevo quattro o cinque anni ed ero rapito da suoni specifici.

9) Qual è il rumore che ti disturba di più?
Non lo dico.

10) Cosa non vorresti mai sentire alla radio o vedere in televisione?
Non mi viene in mente niente, visto che non ascolto la radio e guardo la tivù meno che raramente.

Nadia Vecchio

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