Intervista a Marco Guazzone
Sul palco dell’Ariston a Sanremo,
oppure alla Salumeria della Musica di Milano – dove ha aperto la prima data del
tour con le note scritte da Nyman per Gattaca –, così come davanti alla
biglietteria della Biennale di Venezia, voce e fisarmonica e nient’altro, Marco
Guazzone è sempre generoso, tutto concentrato nel donare se stesso alla musica.
Sempre. E dire che il cantautore romano, classe ‘88, da
piccolissimo col vecchio pianoforte di casa ci faceva letteralmente a cazzotti.
Ora Marco è impegnato nella promozione del suo progetto “Marco Guazzone &
Stag”, con quattro amici musicisti al seguito – Andrea, Stefano, Giosuè e Suelo
–, progetto legato all’uscita (lo scorso 17 aprile) del suo primo album: “L’atlante
dei pensieri”.
A bordo del filoblues, ci rivela...
1) Qual è il peccato
peggiore per un musicista?
La
superbia!
2) Che cosa ti fa ridere?
L’imprevisto.
3) Associa tre brani a tre
stati d’animo.
“Hoppípolla”,
Sigur Rós = gioia;
“Io
scriverò”, Rino Gaetano = speranza;
“La
guerra di Piero”, Fabrizio De André = malinconia.
4) In che cosa credi?
Nella
musica.
5) Chi è il musicista più
significativo di sempre?
Chopin.
6) Che cosa ti fa più paura?
Perdere
la memoria.
7) La musica svolge un ruolo
sociale?
Sì,
assolutamente.
8) Qual è il tuo ricordo
musicale più vecchio?
“Ciao
amore, ciao” di Tenco.
9) Qual è il rumore che ti
disturba di più?
I
clacson nel traffico.
10) Cosa non vorresti mai
sentire alla radio o vedere in televisione?
La
politica.
IL DISCO
Germogliato
al One & Music Studio in Roma, con l’eccellente supervisione di Steve Lyon
(Depeche Mode, Paul Mc Cartney, The Cure), “L’atlante dei pensieri” – su etichetta
indipendente Sunnybit/Bideri – è un
diario fotografico musicale, come suggerisce il booklet di pagine separate.
Sono cartoline già scritte, riproduzioni dei visi dei musicisti, o vedute di
bosco, in aperto contrasto con l’universo affascinante e lontanissimo che fa da
cornice alla costellazione Stag (cervo) in copertina. Il contenuto sonoro è
vario e poggia anch’esso sull’effetto dell’ossimoro. Dodici brani d’ispirazione
diversa, in cui temi classici e introspettivi si mescolano a interpolazioni
rock, pop, jazz e soul.
Oltre
alla sanremese “Guasto”, dedicata all'omonima località molisana, l’album
contiene: l’allegra “Rødby”, secondo singolo estratto; la fiabesca “Il principe
Davide”, scritta dopo aver sognato il nipotino nascituro; la suadente “Sabato simpatico”,
della quale ha girato con la band un video in collaborazione col progetto
fotografico Facity, che intende raccogliere ritratti di persone da tutte le
città del mondo.
Venerdì
24 Agosto, Marco Guazzone e gli Stag hanno avuto l’onore di portare il loro
personale atlante sotto l’incantevole cupola del Planetario e Museo astronomico
di Roma: quando si dice la location perfetta.
Gabriele Dello Preite
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