C’è chi
viaggia e chi sta fermo
Per i
musicisti è sempre difficile arrivare a destinazione, e c’è chi, come Count
Basie, può non arrivare affatto: la sua orchestra rimane bloccata, per ore, nel
bus. Noi, per una volta, facciamo un’eccezione alla regola: niente posti a
sedere, sul Filo-Blues di questa settimana.
Con noi uno
dei cuori pulsanti della Notte della Taranta, Claudio Prima e la sua Bandadriatica.
“Arriva la banda”, il loro nuovo
disco, invade pacificamente le Officine Ergot venerdì 25 maggio. Risuonano
nelle orecchie i Farmers Market, quell’unico sound (im)possibile – che unisce
composizioni scritte e inedite e funge da filtro per tutte le contaminazioni –
catturato nelle undici tracce del disco. Registrazione all’International Sound
di Conversano, missaggio al Chora di Monteroni di Lecce: in totale sei mesi di
gestazione. In attesa del nuovo maestro concertatore, Goran Bregovic, in arrivo
sulla stessa direttrice di “ponte sull’Adriatico”.
Ma Lecce
aveva in serbo anche altre cartucce, per questo fine settimana: un Lecce Jazz Festival - Spring Edition 2012, organizzato dalla neo-nata
associazione Jazzisti Associati Salentini. Una tre giorni di musica nel teatro
naturale della capitale del Barocco, con i jazzisti salentini coinvolti e
affiancati da grandi musicisti (Alberto Parmegiani, Max Ionata, Greg Burk,
Marco Tamburini). Questa prima edizione, che si è tenuta il 26/27 e continua il
28 maggio, con il patrocinio del Comune di Lecce, vede la collaborazione del
Conservatorio musicale “Tito Schipa”, di pub e club della città (Coffee and
Cigarettes, Off-Side, Black Betty, Corte dei Pandolfi, Le Volte, Life Café,
Corto Maltese, Tennent’s Grill). Numerosi gli artisti sul palco: Carolina
Bubbico con il batterista Dario Congedo; Gianluca Milanese in duo con Mirko
Signorile; il trio della cantante Dionisia Cassiano; il pianista americano Greg
Burk; la cantante Serena Spedicato e il pianista Piero Vincenti in un raffinato
duo; le chitarre dello special project Del Vitto-Parmegiani-Di Lecce;
clarinetto e sax alto di Francesco Coppola con la fisarmonica di Rocco Nigro;
il trio di Veronica Moscara (ospite il sax di Raffaele Vaccaro). Il Teatro
Paisiello ha ospitato il festival domenica, alle 21. Sul palco il trio del pianista Stefano
Pellegrino insieme a Valeria Noceto e Kinga Peterfy, a seguire il quartetto del
sassofonista Emanuele Coluccia, e infine il trio del pianista Mauro Tre, con i trombettisti Marco Tamburini e Andrea Sabatino. Si
replica il 28, stessa ora, con l’esibizione del
quartetto del sassofonista Roberto
Gagliardi, e del trio del chitarrista Andrea
Favatano, che ospiterà uno tra i più acclamati sassofonisti italiani, Max Ionata. A chiudere questo importante
momento di festa, la performance della Jazzisti
Associati Orchestra che, arricchita
dalla sezione d’archi del Conservatorio, porterà sul palco l’energia di
ventisette musicisti per l’omaggio al grande compositore statunitense Sun Ra.
Tappa a Cannole, dove il 28 maggio esce “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari” a cura di Luigi Chiriatti, per Kurumuny edizioni, realizzato con il sostegno di Puglia Sounds Recording. Esiste un altro Salento, diverso da quello da cartolina. È il Salento più autentico e vero, quello della quotidianità, fatto di storie, di gente, di paesi arsi dal sole, che vivono all’ombra delle chiese e delle masserie in pietra leccese. Dopo aver apprezzato la forma, la curiosità richiede, necessita che venga svelata anche la sostanza, l’anima: il cuore di questa terra.
Tappa a Cannole, dove il 28 maggio esce “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari” a cura di Luigi Chiriatti, per Kurumuny edizioni, realizzato con il sostegno di Puglia Sounds Recording. Esiste un altro Salento, diverso da quello da cartolina. È il Salento più autentico e vero, quello della quotidianità, fatto di storie, di gente, di paesi arsi dal sole, che vivono all’ombra delle chiese e delle masserie in pietra leccese. Dopo aver apprezzato la forma, la curiosità richiede, necessita che venga svelata anche la sostanza, l’anima: il cuore di questa terra.
Non solo musica con Pentagrappoli, in occasione di Cantine Aperte, a Scorrano. Il 27 maggio il vignaiolo salentino Giovanni Guarini, dell’Azienda Agraria Duca Carlo Guarini di Scorrano, e il polistrumentista di fama internazionale Luca Chiaraluce hanno pensato di tradurre il vino in musica, ed è nato il progetto “Pentagrappoli”. Cinque vini hanno ispirato cinque composizioni originali (per pianoforte, contrabbasso, batteria e tromba) create ad hoc, suonate con strumenti artigianali costruiti dallo stesso Chiaraluce – come la batteria e il contrabbasso – e registrate nel suo studio di Trevignano Romano. Il primitivo Boemondo, il negroamaro Pìutri e Natìvo, la malvasia nera Malìa e il passito Ambra da sauvignon blanc, sono i protagonisti di Pentagrappoli. Risultato: un cd originale, distribuito per l’occasione.
Un
“Vento Meticcio” ci porta in Sicilia: il 29 maggio 2012 esce il nuovo album dei Qbeta. Dopo il lancio di “Trasparente
Nudità”, featuring Roy Paci, e il singolo “Etnia”, che ha avuto ottimi
riscontri di critica e radio, questo disco è la consacrazione di un gruppo che
negli ultimi quindici anni ha rappresentato il meglio della scena indipendente italiana.
“Vento Meticcio” porta con sé l’anima colorata dei Qbeta: l’aria di
mediterraneo, con sonorità ricche, ritmi gioiosi e collaborazioni d’eccezione (Roy
Paci, Mario Venuti, Paolo Belli, Jaka, Max Busa, Mario Incudine, Lello
Analfino). «Il vento, quando passa» spiega Peppe Cubeta «porta il colore
delle nostre emozioni: è questa la frase che racchiude il senso del
nuovo lavoro. Un Vento Meticcio impregnato di contrasti. Rotonde e spigolose
armonie che abbracciano parole cantate e pensieri rubati. Allegrie vissute da
un vento frenetico, a volte pacato. La gioia di andare per poi ritornare». Il
risultato è uno stile etnico d’autore, che raccoglie le
atmosfere e le diversità culturali dei popoli che si affacciano sul
Mediterraneo. Un percorso che si materializza in uno stile caldo e
passionale, nutrito di jazz, funk, rock, patchanka, reggae e sfumature
latino-americane.
Come diceva Count Basie: «Le due ore passate sul palco ve le regaliamo, ma per le diciotto ore sull’autobus vorremmo essere pagati».
Come diceva Count Basie: «Le due ore passate sul palco ve le regaliamo, ma per le diciotto ore sull’autobus vorremmo essere pagati».
Lucia Morini
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