venerdì 23 marzo 2012

Osservando musica e salento

(manifesto filo-bluesista)

Sorvolando sul concetto di panorama sonoro, il panorama mediatico di cui facciamo parte è affollato da regioni che suonano, non luoghi che (non) suonano, musicisti provenienti da regioni che finiscono nei titoli dei loro dischi, festival che si connotano per i luoghi in cui si celebrano o per i luoghi che celebrano, e tante altre amenità associative di note e (de)limitazioni geografiche su cui non ci dilunghiamo.
Nonostante siamo convinti che, qui come altrove, associare un territorio a dei suoni rifletta – a seconda dei casi – una precisa volontà di egemonia politico-culturale, il retaggio di un passato sonoro di cui si sa ben poco, un bisogno di esotismo musicale, la scarsità di argomenti in mano a pigri comunicatori, e solo di rado un’operazione culturale con qualche significato, abbiamo scelto di connotare geograficamente il lavoro di questo blog.
E non perché siamo convinti che la terra salentina si sappia esprimere musicalmente meglio e più delle altre, ma solo perché anche un disco di Anna Calvi, ascoltato tra pareti di pietra leccese, suona diversamente che in un club di Soho, e ha effetti diversi sulle persone che lo stanno a sentire. Oltre che della musica in quanto tale, è di questi effetti che vorremmo parlare. Del contributo dato dalla musica alla crescita culturale di una terra e alla vita dei suoi abitanti.
Troppo spesso ciò che si legge di musicale si presenta come calco o riciclato di comunicati stampa pieni zeppi di luoghi comuni (non solo quelli, e non solo comuni). Per uno strano scherzo del destino, più la musica diventa popolare o pop, più se ne parla in termini scialbi, miopi, scipiti e miagolanti, e di questo i giornalisti sono di gran lunga i responsabili.
Eppure è lì che si perdono le occasioni migliori. Osservazioni sulla musica, anche e soprattutto quando si tratta di popular music, possono arrecare benefici alla salute psico-fisica individuale e collettiva. La musica “dice” molto, e riflettere sulla musica può svelare aspetti inaspettati. Questa è la convinzione che anima l’attività dell’Osservatorio Musicale.
In questo spazio virtuale non si troveranno info su concerti e uscite di là da venire, ché di questo non si sente certo il bisogno. Quello che si troverà sono periodici aggiornamenti critici sulla realtà musicale locale e su come il locale si interfaccia con la realtà musicale del resto del mondo. A questi si aggiungeranno interviste, approfondimenti e discussioni.
Un Filo-Blues, collegato a un genere assurto a simbolo dell’ultimo secolo e riferimento ad avvenimenti socio-locali. Un filo-Blues, allaccio fra musiche d’oltre puglia e fruizione locale. Un Filo-blues, dalle sonorità salentine al mondo esterno.
Gianpaolo Chiriacò

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