venerdì 22 giugno 2012

LE DIECI FERMATE DI FILO-BLUES


Intervista a Roberto Angelini

Melodie, suoni stratificati, suggestioni multimediali. Ecco le dieci fermate in compagnia di Roberto Angelini, ritrovato fiore raro del cantautorato italiano. In viaggio nel suo “Solo Live Tour”, che ha da poco fatto tappa qui nel Salento, e nell’etere con il nuovo singolo “Cenere”, dal 19 luglio anche su iTunes. Un vento malinconico che spagina e brucia i legami di una vita.

1) Qual è il peccato peggiore per un musicista?
Smettere di ascoltare musica.

2) Che cosa ti fa ridere?
Un sacco di cose… quando sto bene rido, sono una persona che ride spesso.

3) Associa tre brani a tre stati d’animo.
“Fruit Tree” di Nick Drake, pace. “2+2=5” dei Radiohead, gioia. “Paradise City” dei Guns N’Roses, malinconia.

4) In che cosa credi?
Nel karma.

5) Chi è il musicista più significativo di sempre?
Nick Drake.

6) Che cosa ti fa più paura?
La quotidianità.

7) La musica svolge un ruolo sociale?
Sì. A livello ideologico la musica può cambiare le cose. La cultura in genere – come il buon cinema, come i bei libri, come tutta l’arte – può cambiare le cose, sensibilizzando le persone e avvicinandole a cose più alte. È bello pensare che sia così.

8) Qual è il tuo ricordo musicale più vecchio?
I suoni che uscivano fuori da un mangianastri a due cassette. Avevo circa sei anni e avevo scoperto una specie di rudimentale registratore multitraccia. Facevo quello che circa ventotto anni dopo avrei continuato a fare sfruttando la loop machine. Chissà se mia madre conserva ancora nel cassetto le cose che registravo.

9) Qual è il rumore che ti disturba di più?
Nessun rumore mi disturba se sono in sintonia con quel rumore. Gente che strilla può essere fastidiosa se cerchi silenzio, ma se invece hai voglia di festeggiare può essere meraviglioso. Tutto dipende dal contesto.

10) Cosa non vorresti mai sentire alla radio o vedere in televisione?
Tutto quello che oggi si sente in radio e si vede in televisione. Oggi è tutto abbastanza finto e inscatolato, molto diverso già da quindici anni fa, quando programmi come D.o.c. o Roxy Bar musicalmente facevano davvero la differenza.
Enrica Errico

Nessun commento:

Posta un commento