Intervista a Fabio Cinti
Seguendo
l’esempio di una come Amanda Palmer, Fabio Cinti ha chiesto l’aiuto dei fan per
pubblicare la sua seconda opera, trovando tre ammiratori disposti a investire
sul talento. È così che l’ex pupillo di Morgan – musicista metà ciociaro metà
sardo, additato dalla critica non mercenaria come «il Battiato del nuovo
millennio» – è tornato a farsi sentire con Vigilia
e Memorabilia, due facce di una
stessa medaglia. “Il minuto secondo” è infatti un disco con due album in uno –
ma al prezzo di mezzo – che rispedisce al mittente, con classe e sberleffo,
l’accusa secondo cui la nuova generazione d’autori si sta spegnendo. E punta il
dito contro i discografici d’oggi, non più alla ricerca dell’estro artistico
che si evolve e resiste al tempo ma di quell’attimo fuggente costruito in tv e
fatto del nulla cosmico. Sul Filo-Blues, in un viaggio diacronico, scivoliamo
nell’intimo del suo ricco fondale, da cui riaffiorano tracce d’importanti
maestri musicali e un romanticismo tanto desueto quanto affascinante.
Un musicista
deve peccare per conoscere il cielo e la terra. Quindi potrei risponderti: qual
è il peccato migliore? Ma la domanda non era questa...
2) Che cosa ti fa ridere?
Mi fa ridere
(nel senso che mi mette di buon umore) la naturalezza, l’arguzia, la capacità
di sorprendere, anche con il linguaggio.
3) Associa tre brani a tre stati
d’animo.
Ogni canzone
ha la capacità – se è una canzone vera – di stravolgerti l’anima, di farti
passare dalla malinconia alla spensieratezza nel giro di qualche secondo. Mi
viene in mente “The Great Gig in the Sky” dei Pink Floyd, che mi fa sentire
prima solo nell’universo siderale e poi nell’incanto di un affetto.
4) In che cosa credi?
Credere non è
credere che credere sia soltanto credere.
5) Chi è il musicista più
significativo di sempre?
Oh mamma! Non
credo di essere in grado di rispondere... no, non credo proprio, anche perché
cadrei nella trappola del giudizio.
6) Che cosa ti fa più paura?
La stupidità
e l’ignoranza quando salgono al potere possono determinare anche la fine di una
civiltà, distruggere anni di evoluzione sociale, tecnologica e intellettuale.
Distruggere gli affetti e la dolcezza. Credo che la cattiveria sia meno grave.
7) La musica svolge un ruolo sociale?
Assolutamente
sì, più di quanto si pensi, più di quanto non ci si renda conto. Invece di
insegnarci chi sia stata «Luigia Pallavicini (caduta da cavallo)» non sarebbe
più giusto e necessario conoscere Giuseppe Verdi e le sue opere? Ho scoperto da
poco che esiste un liceo musicale (una grande sorpresa tra i tanti danni della
Gelmini), meno male.
8) Qual è il tuo ricordo musicale più
vecchio?
Mio padre che
ascolta “Cucurrucucu Paloma” (di Méndez) cantata da Harry Belafonte.
9) Qual è il rumore che ti disturba di
più?
La voce umana
usata a sproposito.
10) Cosa non vorresti mai sentire alla
radio o vedere in televisione?
Così come
sono adesso andrebbero abolite sia radio che tv. Non salvo niente. Quello che
di buono c’è in tv si trova tranquillamente in internet. Forse una speranza c’è
ancora nelle radio indipendenti, ma noto che anche i piccoli tendono a voler
accontentare le masse invece di tentare di educarle o semplicemente di
scegliere senza condizionamenti.
Ugo Stomeo
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