sabato 7 luglio 2012

LE DIECI FERMATE DI FILO-BLUES


Intervista a Fabio Cinti

Seguendo l’esempio di una come Amanda Palmer, Fabio Cinti ha chiesto l’aiuto dei fan per pubblicare la sua seconda opera, trovando tre ammiratori disposti a investire sul talento. È così che l’ex pupillo di Morgan – musicista metà ciociaro metà sardo, additato dalla critica non mercenaria come «il Battiato del nuovo millennio» – è tornato a farsi sentire con Vigilia e Memorabilia, due facce di una stessa medaglia. “Il minuto secondo” è infatti un disco con due album in uno – ma al prezzo di mezzo – che rispedisce al mittente, con classe e sberleffo, l’accusa secondo cui la nuova generazione d’autori si sta spegnendo. E punta il dito contro i discografici d’oggi, non più alla ricerca dell’estro artistico che si evolve e resiste al tempo ma di quell’attimo fuggente costruito in tv e fatto del nulla cosmico. Sul Filo-Blues, in un viaggio diacronico, scivoliamo nell’intimo del suo ricco fondale, da cui riaffiorano tracce d’importanti maestri musicali e un romanticismo tanto desueto quanto affascinante.

1) Qual è il peccato peggiore per un musicista?
Un musicista deve peccare per conoscere il cielo e la terra. Quindi potrei risponderti: qual è il peccato migliore? Ma la domanda non era questa...

2) Che cosa ti fa ridere?
Mi fa ridere (nel senso che mi mette di buon umore) la naturalezza, l’arguzia, la capacità di sorprendere, anche con il linguaggio.

3) Associa tre brani a tre stati d’animo.
Ogni canzone ha la capacità – se è una canzone vera – di stravolgerti l’anima, di farti passare dalla malinconia alla spensieratezza nel giro di qualche secondo. Mi viene in mente “The Great Gig in the Sky” dei Pink Floyd, che mi fa sentire prima solo nell’universo siderale e poi nell’incanto di un affetto.

4) In che cosa credi?
Credere non è credere che credere sia soltanto credere.

5) Chi è il musicista più significativo di sempre?
Oh mamma! Non credo di essere in grado di rispondere... no, non credo proprio, anche perché cadrei nella trappola del giudizio.

6) Che cosa ti fa più paura?
La stupidità e l’ignoranza quando salgono al potere possono determinare anche la fine di una civiltà, distruggere anni di evoluzione sociale, tecnologica e intellettuale. Distruggere gli affetti e la dolcezza. Credo che la cattiveria sia meno grave.

7) La musica svolge un ruolo sociale?
Assolutamente sì, più di quanto si pensi, più di quanto non ci si renda conto. Invece di insegnarci chi sia stata «Luigia Pallavicini (caduta da cavallo)» non sarebbe più giusto e necessario conoscere Giuseppe Verdi e le sue opere? Ho scoperto da poco che esiste un liceo musicale (una grande sorpresa tra i tanti danni della Gelmini), meno male.

8) Qual è il tuo ricordo musicale più vecchio?
Mio padre che ascolta “Cucurrucucu Paloma” (di Méndez) cantata da Harry Belafonte.

9) Qual è il rumore che ti disturba di più?
La voce umana usata a sproposito.

10) Cosa non vorresti mai sentire alla radio o vedere in televisione?
Così come sono adesso andrebbero abolite sia radio che tv. Non salvo niente. Quello che di buono c’è in tv si trova tranquillamente in internet. Forse una speranza c’è ancora nelle radio indipendenti, ma noto che anche i piccoli tendono a voler accontentare le masse invece di tentare di educarle o semplicemente di scegliere senza condizionamenti.

Ugo Stomeo

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