venerdì 27 luglio 2012

LE DIECI FERMATE DI FILO-BLUES


Intervista a Roberta Faccani

Dopo aver sconvolto il mondo dei Matia Bazar con generose e irruenti pennellate di blues, ora Roberta Faccani è pronta a elettrizzare la scena del cantautorato femminile italiano. Sperimentazioni vocali si snodano in una danza dal sound incalzante, che tesse l’alchimia tra due dolci ma opposte metà. È “Controtempo”, singolo in spericolato equilibrio amoroso, ad annunciare l’album del suo debutto da solista, di prossima uscita. A undici anni di distanza da “Rido”, il suo primo brano lesbo-shock cucitole addosso da Angela Baraldi, e a sette anni dalla versione Mina-impazzita sul palco del teatro Ariston di Sanremo con “Grido d’Amore”. Oggi è Nando Sepe, produttore di dive (Oxa, Mietta, Pravo, le sorelle Bertè), a puntare su di lei. Vulcanica e sopra le righe, come i personaggi che ha interpretato in musical di successo – da Joanne, l’avvocato omosessuale di “Rent”, alla Regina di Cuori di “Alice nel paese delle meraviglie” –, fa perdere la bussola dell’orientamento anche al Filo-Blues, che invece di fermarsi viaggia veloce, in controtempo.

1) Qual è il peccato peggiore per un musicista?
A mio avviso l’egocentrismo, che lo porta spesso nella vita a scegliere sempre e solo la musica, prima dei sentimenti. E sul palco, quando “si suona troppo addosso” e non sa accompagnare. Chi fa troppi assoli ma non sa tenere una ritmica, per esempio!

2) Che cosa ti fa ridere?
Mi fa ridere (in senso positivo) chi si autoironizza... gente come la Marchesini, per esempio, o il Grillo dei migliori tempi comici. E la mia faccia quando mi prendo in giro da sola davanti allo specchio. In senso negativo, i narcisisti patologici perché oggi li riconosco al volo e mi fanno molto ridere. E li tengo a debita distanza.

3) Associa tre brani a tre stati d’animo.
“Every Breath You Take” dei Police: la spensieratezza dell’adolescenza; ”Only You” dei Toto: lo struggimento sentimentale; “Controtempo” di Roberta Faccani: la sensazione di libertà assoluta.

4) In che cosa credi?
È facile, lo sanno tutti… in Cristo, in Dio, perché ho provato sulla mia vita il suo forte intervento quando era ora. E poi credo nell’onestà delle idee e del duro lavoro.

5) Chi è il musicista più significativo di sempre?
Troppi ce ne sono. Bisognerebbe partire dalla musica classica perché già lì è stato inventato tutto. È chiaro che nel pop si parla sempre dei Beatles, e non a caso. Però mi permetto di essere un po’ meno retroattiva, e personalmente direi i Toto (tutti insieme), per aver inventato un sound tutto loro che mi ha sempre conquistato. Se devo scegliere poi uno di loro dico Steve Lukather, che è il mio chitarrista del cuore.

6) Che cosa ti fa più paura?
Mi fa paura chi dice una cosa, e te la giura davanti agli occhi, e poi fa esattamente l’opposto. E poi rifuggo dagli invidiosi: brutte bestie, quelli!

7) La musica svolge un ruolo sociale?
Il fatto stesso che un brano che ti piace e ti dà brividi e emozioni ti possa “svoltare” l’umore è già un fattore sociale importante. In senso più lato, la musica è il linguaggio universale che non ha bisogno di traduttori simultanei per essere capito. Dunque è il miglior modo per comunicare e far rapportare gli esseri umani di ogni genere, razza, cultura, religione.

8) Qual è il tuo ricordo musicale più vecchio?
Il primissimo che amo ricordare: io seduta sul divano di casa di mia zia, la notte di Natale di quando avevo nove anni, che ascolto e mi commuovo ascoltando – come in estasi – il primo 33giri di Nikka Costa. Un’emozione indimenticabile... la felicità totale.

9) Qual è il rumore che ti disturba di più?
Non mi piace chi urla al prossimo. In generale il suono della maleducazione e dell’arroganza. E poi i botti di Capodanno: li detesto!

10) Cosa non vorresti mai sentire alla radio o vedere in televisione?
Lascio che si possa ascoltare o vedere di tutto. Se non mi piace, cambio canale!

Ugo Stomeo

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