domenica 1 luglio 2012

STORMY MONDAY #15


La musica e gli incontri di culture

Uno dei “ritornelli” che si sente più di frequente è che la musica sia universale, sia cioè un linguaggio comune a prescindere dalla cultura, e sia soprattutto espressione e veicolo delle emozioni di ogni abitante del pianeta.
Quanto c’è di vero in tutto ciò? Il buon vecchio Pirandello diceva: «Il guaio è che voi, caro, non saprete mai, né io vi potrò mai comunicare come si traduca in me quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi, la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per se, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d’intenderci; non ci siamo intesi affatto».
Il discorso per la musica è pressappoco lo stesso.
Già ammettere che la musica sia un linguaggio, utilizzabile in situazioni comunicative e capace di veicolare un qualche messaggio – sia pure a livello emozionale o psicologico – o indurre l’ascoltatore a precise reazioni, è rischioso. Figurarsi crederlo linguaggio universale. Esistono infatti talmente tanti ceppi linguistici e relative lingue, anche più di una per Paese, senza considerare i dialetti, che viene naturale pensare che anche il linguaggio musicale sia per forza di cose differente a seconda della cultura di ogni popolo.
Ma non tutti la pensano così. Questo argomento infatti, è spesso al centro dell’attenzione quando si parla di musica, e numerosi studi scientifici hanno provato a dimostrare tesi differenti da questa. Data per certa l’esistenza di linguaggi musicali diversi per cultura, stile di vita e mezzi a disposizione, si ritiene infatti esista comunque in profondità una sensibilità comune a determinati stimoli. Le attenzioni si sono concentrate sulle emozioni che l’idioma musicale suscita. Proprio tali emozioni sono considerate universali, al punto che la musica viene ritenuta come il mezzo più efficace per favorire la comunicazione fra i popoli, proprio perché si fonderebbe su basi comuni a tutti gli esseri umani.
D’altro canto, però, ogni cultura possiede un linguaggio musicale proprio e specifico – fatto di organizzazione di suoni, ritmi, armonie, sonorità, strumenti e forme – che a loro volta riflettono modi di pensiero, ideologie, credenze, usanze e caratteristiche ambientali peculiari di ogni popolo. Il concetto di musica come linguaggio universale, partendo da questi presupposti, va da sé, vacilla un po’.
Inoltre, che la musica sia un linguaggio universale è una convinzione tutta eurocentrica, retaggio di secoli di pensiero occidentale dominante. «La sicurezza che abbiamo nel pensare che una sinfonia di Mozart possa commuovere un indigeno dell’Amazzonia, poggia sulla sola vana nostra certezza di possedere la verità del suono e del verbo» analizza CesarePicco, compositore e pianista italiano «la musica, o meglio le musiche del mondo, sono come le lingue. Ogni lingua ha la sua grammatica, le sue regole, e così è per la musica».

Partendo da queste ultime considerazioni, è significativa e bene augurante la crescita di eventi interculturali registrata, nel Salento e in Puglia – zona da sempre crocevia di popoli e culture – all’alba di una nuova estate, periodo per eccellenza dedicato a spostamenti e a voglia di conoscenza attraverso viaggi (ideali e non).

A proposito di culture mescolate infatti, nella settimana appena trascorsa, il Salento ha accolto una grande manifestazione dedicata al Tango, patrimonio immateriale dell’umanità per volere dell’Unesco. Organizzata dall’Associazione Blutango, l’evento Salento in Tango è stato un connubio di danza, cultura e musica che ha unito l’anima argentina a quella del Salento: lezioni di tango affiancate a quelle di pizzica, prodotti enogastronomici della terra salentina accanto a stand argentini delle più importanti aziende di abbigliamento dedicato al tango. Due culture, insomma, rivelatesi più vicine di quanto non si pensasse.

Di incroci di culture e generi si parla anche a Bari. Dal 23 giugno al 5 agosto infatti si svolge il Summer Music Village: un grande “contenitore culturale” che apre la città a musica, festival, film e stand, per provare a valorizzare il lungomare Imperatore Augusto qualificandolo come luogo di socialità e di incontro. «Cuore pulsante del Summer Music Village è un grande palco allestito nel piazzale Cristoforo Colombo, nei pressi dell’ingresso principale del Porto di Bari. Uno spazio che rappresenta il trait d’union ideale fra i crocieristi di passaggio e la magia del centro storico, così come fra la movida barese e la suggestione del lungomare». Fra le varie attività, spazio a: una delle Lezioni di Rock (25 giugno) di Ernesto Assante e Gino Castaldo, dedicata a Bob Marley, intitolata “Vita e miracoli del profeta del reggae”; un’esibizione degli Afterhours (26 giugno); uno spettacolo di Ambrogio Sparagna con la partecipazione di Francesco De Gregori (“Vola Vola Vola”, il 29 giugno). Il tutto nel programma della rassegna musicale “Di Voce in Voce”, che nell’edizione di quest’anno ha avuto come centro d’interesse «lo sguardo d’autore attraverso la musica di tradizione, le voci e i canti di terra e di mare». Tre concerti al giorno che hanno offerto un’utile panoramica sulle musiche di confine e sulla visione d’autore della world music mediterranea. Una musica fatta di contatti, alla ricerca delle radici dell’uomo, nell’idea che la lettura del “sentimento del mondo” ci possa aiutare a capire il nostro tempo e sappia suggerirci un possibile viatico. A concludere la settimana il concerto dell’Orchestra La Notte della Taranta, diretta dal maestro concertatore Ludovico Einaudi, che ha presentato brani classici della musica popolare salentina «miscelando tradizione e modernità e spaziando da sonorità elettroniche a melodie tipiche».

Da segnalare poi, non un incontro di culture, ma un interessante incontro di esperti del settore della produzione musicale. Si è svolto in un’antica masseria di Manduria (Ta) dal 26 al 28 giugno, il Quite, please! Summer Camp, un workshop musicale che ha permesso a studenti e appassionati di musica di entrare in contatto diretto con diversi protagonisti della scena musicale italiana e internazionale (produttori, arrangiatori, discografici, musicisti). Tra gli interventi, ottima riuscita ha avuto quello del produttore discografico britannico Trevor Horn, che ha raccontato dei suoi primi passi nel mondo della musica, e quello di Antonio Princigalli, direttore di Pugliasounds, che ha parlato invece della musica come veicolo per la crescita culturale del territorio.

Nel frattempo, la produzione salentina non si è bloccata nemmeno con l’arrivo dell’anticiclone africano Caronte e il suo caldo asfissiante. I Toromeccanica hanno presentato a Gallipoli il videoclip  di “Sospiri”, il loro nuovo singolo tratto da “Star System - Repack”.«Un video in cui» raccontano i ragazzi «si cerca di mettere a nudo la società contemporanea evidenziandone i cambiamenti e la caduta di alcuni valori come quello della famiglia e il matrimonio»; Raffaele Vasquez allo Youm ha annunciato al pubblico di Lecce il suo nuovo album “Senza bastoni tra le ali”. «Questo album» spiega l’autore «nasce dall’esigenza di raccontare stati d’animo, situazioni e sensazioni del momento e di scriverli su carta per poi renderli in forma canzone. I testi raccontano la vita in modo elegante e allo stesso tempo ironico e pregno di nonsense, affidandosi a una scrittura leggera e surreale al contempo. Le sonorità si muovono in modo eclettico lungo linee musicali e acustiche differenti, alternando gli stilemi della canzone d’autore, tappeti acustici pop e ritmiche da bossanova». Anche Combass (Valerio Bruno), bassista degli Aprés la Classe, ha portato l’attenzione verso il suo nuovo singolo dal titolo “Balla la tribù”, candidato a essere uno dei tormentoni dell’estate 2012.

Così come non si bloccano i concerti, tra i quali segnaliamo U’Papun (già protagonisti in Ateneo, a Lecce, poche sere prima) al Villanova di Pulsano (Ta) il 30 giugno scorso: uno spettacolo di musica e teatro dal sound rock che spazia dal cantautorato alla musica etnica, dal folk al funk, dal jazz alla tradizione popolare. La Swing Big Band diretta da Luigi Bubbico è stata in scena al Teatro Romano il 29 giugno scorso, per festeggiare la nuova sede FAI al piano terra del Monastero di Santa Chiara nei locali concessi dal comune di Lecce. Da ricordare anche il quarto appuntamento della Stagione Sinfonica d’Estate dell’Orchestra Tito Schipa dedicata a “Concerti, serenate, opera”, spettacolo tenutosi lo scorso 29 giugno nel Cortile dei Celestini a Lecce, che ha visto come direttore ospite e sassofono solista il maestro Federico Mondelci, da oltre trent’anni uno dei più apprezzati interpreti della scena musicale internazionale.

Ricca la programmazione, irrefrenabile la produzione, attento alle novità il pubblico. Vale la pena forse pensare che la musica (anche qui nel sud-est) forse non sarà un linguaggio universale, ma di certo è un universo di linguaggi.

Silvia Resta

Nessun commento:

Posta un commento