lunedì 30 aprile 2012

Stormy Monday #6


SON TUTTI GIOVANI E BELLI

In occasione della festa della Liberazione sono stati esposti – in diverse città italiane – cartelloni inneggianti ai combattenti della Repubblica di Salò. Su una bella foto in bianco e nero campeggiava un verso tratto da La locomotiva di Francesco Guccini, «gli eroi son tutti giovani e belli». L’autore della canzone, per la verità un po’ infastidito dall’avvenimento, ha evidenziato ciò che lo ha maggiormente stranito: il fatto che il verso – dotato, in origine, di una certa ironia – si fosse trasformato in un’affermazione proverbiale. Ma il problema è interessante, per chi si occupa di musica, perché succede assai spesso che un autore scriva un pezzo ma che poi esso segua strade inaspettate – e tante volte anche contrarie a quelle previste nelle iniziali intenzioni. Tuttavia, è proprio perché appartengono a una canzone che quelle parole, per quanto totalmente decontestualizzate, mantengono intatta la loro forza evocativa. Si può anche aggiungere che un brano è tanto più interessante quanto maggiore è la possibilità di interpretarlo in svariate maniere. Al punto che “pubblicitari” senza scrupoli possono pensare di usarne le liriche con finalità del tutto opposte a quelle del suo autore (e con un certo successo comunicativo). Con buona pace di Repubblica – che ha dato ampio rilievo alla notizia – e di Guccini.

Merito del potere multiforme di una canzone, di quella inimitabile abilità nel cambiare faccia mantenendo intatte le influenze sulla sfera emotiva, psichica, percettiva, intellettuale e culturale. Se poi si decide di usare la musica per scopi politici o, come succede in questi giorni, elettorali, la questione si fa ancora più delicata. Ne parliamo perché fra pochi giorni molti comuni pugliesi sceglieranno i propri amministratori, e si assiste a un fenomeno interessante: la musica diventa argomento di discussione nelle campagne elettorali. In fondo è più che normale, in tempi di PugliaSounds, che qualcuno usi la musica per costruirci sopra una carriera politica. E vivaddio, va benissimo. Meglio la musica che gli inceneritori! Peccato che poi succedono cose che fanno riflettere sulla necessità di riposizionare la musica (meglio: le musiche) all’interno del background culturale di una regione, del suo immaginario collettivo. Il caso del Livello UndiciOttavi è emblematico. Come già lo Stormy Monday #5 segnalava, lo spazio è stato chiuso perché impossibilitato – dall’Anas – a operare. Proprio la più attiva Casa della Musica, messa in piedi grazie all’impegno della Regione, dell’Unione dei Comuni del Nord Salento e di altre istituzioni cooperanti (che potevano pure pensarci un po’ prima, al problema della viabilità). La notizia è che in questo lunedì 30 aprile il Livello ha ricevuto una deroga, e può svolgere la prevista edizione primaverile del Rock’n’roll Party. È un’ottima notizia, peccato che la deroga, oltre a dimostrare la necessità di ripensare a un’idea collettiva di musica, riflette per sua natura una forma mentis politica che potremmo sintetizzare così: «dai, aiutiamo questi ragazzi che si sollazzano facendo musica, ché son tutti giovani e belli». Un principio che – come il cartellone di cui si parlava all’inizio – non ha bisogno di molti commenti. Sarebbe bello che i futuri amministratori riflettano su come fare per intervenire e cambiare questo immaginario collettivo.

«Son tutti giovani e belli», per fortuna, anche i protagonisti di questa passata settimana musicale, caratterizzata dalla pubblicazione di un discreto numero di dischi. Lunedì 23 allo Youm di Lecce (e martedì 24 a Poggiardo) è stato presentato il disco “Cuori e Confini”, dei Crifiu, un lavoro multicorale, frutto di scelte accurate e mature, operate da una band che possiede anche un live coeso e d’impatto. Il 24 è stata lanciata la fatica dei Sir Frankie Crisp dal titolo “Charming Sound”, pubblicata dalla Irma, una casa discografica che pone grande attenzione ai suoi prodotti, garanzia di una qualità riconosciuta a livello nazionale. Il gruppo lo ha annunciato al pubblico giovedì 26 allo Youm (in una settimana due eventi: niente male per un negozio di dischi!). Il 27 è uscito “Cabron” dei baresi U’Papun, attori e musicisti che si sono già distinti per il loro videoclip “L’appaparenza”, una critica sottile ma godibile al music business più becero, e che per questo album si avvalgono dell’ausilio di un ensemble d’archi. Il 28 Kurumuny Edizioni ci regala un’altra delle loro preziose raccolte, Corimondo-La Strina, suoni e canti di Corigliano d’Otranto, un’opera ricca e varia che fornisce un nuovo contributo alla ricostruzione della storia e del patrimonio locali.

Verrebbe poi da definire eroiche le produzioni originali di questa settimana. Ne segnaliamo due: “Tarantata. Festa di Primavera”, ai Cantieri Teatrali Koreja, il 25, e “Dracula”, il 26, al Teatro Italia di Gallipoli. Il primo è stato uno spettacolo in onore (e con la presenza) di Antonio Infantino, messo in piedi da una vera all stars di artisti attivi nel campo della musica popolare; il secondo è stato un musical a base di hip hop, breakdance e teatro danza. Il periodo tra la Liberazione e il Primo Maggio, a quanto pare, scatena la creatività di musicisti che in altre occasioni sono purtroppo costretti a seguire gli eventi. E in fondo si può definire un incontro tra all stars anche il concerto dei Soul Rebels, al Parco Gondar, il 24.

Da evidenziare inoltre un notevole giovedì tarantino, con il “Morricone’s Concert”, al Teatro Orfeo – serata in cui l’Orchestra Ico Magna Grecia ha interpretato brani originali legati al maestro italiano –, e con il sempre verde Gegè Telesforo, icona dello scat più brioso e protagonista di molte trasmissioni radiofoniche, in concerto al Per...Bacco Jazz Club.

Salutiamo infine, oggi che si celebra la giornata internazionale del Jazz, una nuova creatura sbocciata nel panorama sonoro salentino: J.As.S. (Jazzisti Associati Salentini), un gruppo di lavoro a cui auguriamo di acquisire grande forza, nella speranza che la connotazione geografica (come piace pensare a noi dell’Osservatorio) sia sempre sinonimo di qualità e mai di protezionismo.
Gianpaolo Chiriacò

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